1. Introduzione: le relazioni tra Unione Europea e Ruanda
Le relazioni tra l’Unione Europea e il Ruanda si sono sviluppate nel corso di diversi decenni, radicandosi in un contesto storico segnato dall’indipendenza del Paese nel 1962. Come dichiarato dalla delegazione dell’Unione Europea in Ruanda¹, i legami tra Bruxelles e Kigali affondano le proprie radici nel periodo immediatamente successivo a questo evento. Negli anni ’80, una prima delegazione proveniente dall’Unione ha stabilito la propria presenza nel Paese africano, ufficializzando la cooperazione internazionale tra le due parti nel 1991 con la firma dell’“accord de siège”. Quest’ultimo sancisce formalmente le aree di diretto interesse per la partnership tra Kigali e l’UE: relazioni politiche, cooperazione allo sviluppo e scambi economico-commerciali.
Ad oggi, l’allineamento tra Bruxelles e Kigali è divenuto uno dei pilastri portanti del Joint Africa-EU Strategy (2007), un piano di cooperazione strategica tra Unione Africana e Unione Europea che ha dato il via a una serie di investimenti da 150 miliardi di euro nel continente africano, successivamente rinnovato in occasione del 6° Vertice AU-UE del 2022.
Nell’ambito diplomatico, l’UE e il Ruanda basano i propri rapporti, perlomeno su carta, sul rafforzamento della stabilità regionale nell’area dei Grandi Laghi. Nel 2023, la loro cooperazione ha consentito l’avvio delle prime consultazioni bilaterali in materia di difesa e sicurezza. Così, Kigali ha ottenuto finanziamenti e risorse per consolidare il proprio ruolo di attore chiave nelle operazioni militari del continente, partecipando a missioni congiunte sostenute dall’UE in Mozambico e coordinando l’Emergency Transit Mechanism, un’iniziativa dal valore di 22 milioni di euro, in collaborazione con l’UNHCR, volta a offrire protezione ai rifugiati evacuati dalla Libia.
Oltre alle questioni legate alla sicurezza, l’Unione Europea rappresenta anche uno dei principali partner per lo sviluppo del Ruanda. Più nello specifico, attraverso il Global Gateway, un piano finanziario volto al potenziamento delle infrastrutture locali dei partner globali, Bruxelles ha stanziato ben 900 milioni di euro a favore del Paese dei Grandi Laghi da spendere in settori chiave per lo sviluppo sostenibile.
Il sostegno dell’Unione nei confronti del Ruanda, tuttavia, va ben oltre un rapporto di semplice cooperazione tra partner. L’UE rappresenta il principale investitore straniero nel Paese, avendo qui investito oltre 211 milioni di dollari solamente nel 2022. Inoltre, Bruxelles figura come secondo partner commerciale del Ruanda, contribuendo all’11% degli scambi totali del Paese. 5 Nello specifico, i rapporti commerciali si basano principalmente sullo scambio di materie prime e sull’esportazione da parte del Ruanda di minerali grezzi, secondo un modello rinvenibile, perlomeno fino a pochi giorni fa, in uno dei documenti più importanti nelle relazioni tra Bruxelles e Kigali: il Memorandum of Understanding on Sustainable Raw Materials Value Chains.
2. Il Memorandum delle materie prime
In data 19 febbraio 2024, il Ruanda e l’Unione Europea hanno siglato un Memorandum d’intesa volto a rafforzare le relazioni commerciali tra le due parti e a consolidare il ruolo del Paese dei Grandi Laghi nell’approvvigionamento di materie prime strategiche per la transizione ecologica dell’UE. Questo accordo stabilisce una stretta cooperazione tra le due parti in cinque aree chiave: integrazione delle value chains, investimenti e infrastrutture, ricerca e innovazione, standard ambientali, sociali e di governance, e sviluppo delle competenze locali nel settore delle materie prime.
Il Memorandum riveste un’importanza strategica per l’Unione Europea, fortemente dipendente dalle importazioni minerarie per il proprio sistema industriale. Parallelamente, l’Africa dispone di ingenti riserve di minerali fondamentali per l’economia europea e punta a utilizzarle come leva per la propria crescita, come delineato nell’Africa Mining Vision dell’Unione Africana.
Presenza di minerali in Africa e posizione nelle classifiche mondiali
Tuttavia, l’accordo si inserisce all’interno di una disputa cruciale nello scenario internazionale, divenuta ancora più rilevante dopo i recenti attacchi delle truppe armate M23 nella regione del Kivu, nella RDC. Infatti, le principali esportazioni minerarie del Ruanda (tungsteno, stagno e minerale di tantalio) si sono guadagnate nell’ultimo decennio il nome di “minerali dei conflitti”. Nel 2009, le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto sul ruolo giocato dalle milizie armate, presumibilmente finanziate da Kigali, nell’industria mineraria della Repubblica Democratica del Congo. Il documento evidenzia come i ribelli Hutu ruandesi delle Forces Démocratiques de Libération du Rwanda (FDLR) sfruttino e tassino illegalmente le miniere di “3T” (stagno, tungsteno e tantalio) e di oro nella regione del Kivu, al confine con il Ruanda. Il rapporto denuncia, inoltre, il coinvolgimento diretto dell’esercito ruandese nel sostegno alle attività ribelli e nel commercio illegale di minerali. Nello specifico, i minerali congolesi vengono inviati in Ruanda, dove vengono poi immagazzinati ed esportati all’estero come materiali di produzione domestica, in quanto la legislazione ruandese permette di esportare materie prime straniere con l’etichetta di “origine ruandese” se il valore aggiunto all’interno del Paese supera il 30%.
Valore della produzione di minerali in Ruanda tra il 2011 e il 2022
3. Sospensione del Memorandum: la svolta nei rapporti tra Parlamento di Bruxelles e Kigali
Il 13 febbraio 2025, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione con 443 voti a favore, quattro contrari e 48 astensioni, esprimendo una forte condanna per l’occupazione di Goma e di altri territori nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC) da parte dei ribelli dell’M23, un gruppo armato attivo dal 2012 e composto principalmente da ex membri dell’esercito congolese di etnia tutsi, ufficialmente nato per garantire maggiore autonomia alla popolazione tutsi nella regione orientale della RDC, ma ampiamente accusato di perseguire gli interessi geopolitici ed economici del Ruanda. Mai prima d’ora gli eurodeputati avevano condannato con tanta fermezza le azioni delle truppe armate filo-ruandesi, denunciando esecuzioni extragiudiziali, stupri e attacchi indiscriminati come una violazione inaccettabile della sovranità congolese.
Di fronte a questa situazione di grande precarietà, il Parlamento Europeo ha approvato una richiesta, indirizzata al Consiglio e alla Commissione, di sospensione immediata del Memorandum of Understanding on Sustainable Raw Materials Value Chains con il Ruanda, fino a quando quest’ultimo non cesserà ogni interferenza nella RDC. L’intervento più incisivo su Kigali, tuttavia, arriva dal punto di vista finanziario. Infatti, nel loro comunicato ufficiale, gli eurodeputati hanno esortato la Commissione Europea, gli Stati membri e le istituzioni finanziarie internazionali a congelare ogni forma di sostegno diretto al Ruanda fino a quando non verrà garantito l’accesso umanitario alle aree colpite dalla crisi e interrotto ogni legame con le milizie M23. Inoltre, il Parlamento ha anche richiesto la sospensione immediata di qualsiasi assistenza militare alle forze armate ruandesi, al fine di evitare che l’UE contribuisca, direttamente o indirettamente, a operazioni militari potenzialmente illecite nell’est della RDC.
Le milizie armate M23
Nonostante Dubravka Šuica, Commissaria europea per il Mediterraneo, abbia annunciato che in risposta a questa “crisi dentro la crisi” la Commissione accelererà l’erogazione dell’iniziale stanziamento di 60 milioni di euro destinati alla RDC per il 2025, quest’ultima ha anche chiarito che l’accordo con il Ruanda non è in discussione. Secondo Šuica, infatti, la sospensione definitiva del Memorandum potrebbe rivelarsi controproducente tanto per l’UE quanto per le attività commerciali legittime in Ruanda.
L’effettiva posizione dell’Unione rimane, dunque, ambigua. Se da un lato Bruxelles riconosce apertamente il legame tra il Ruanda e le milizie armate che occupano l’est della RDC, dall’altro, almeno per il momento, non sembra intenzionata ad adottare sanzioni a lungo termine contro Kigali.
4. L’impegno di Magic Amor
In un contesto segnato da una grave emergenza umanitaria, Magic Amor è da oltre 20 anni in prima linea nella promozione di progetti di cooperazione e sviluppo a sostegno delle comunità congolesi colpite dalla violenza e dall’insicurezza alimentare. Il nostro impegno si concentra sulla protezione e sull’assistenza alla popolazione più vulnerabile, con particolare attenzione alle donne e ai bambini, tra le principali vittime del conflitto. Per portare avanti questa missione, operiamo attraverso il nostro centro polivalente a Kimbuta, quartiere alla periferia di Kinshasa, che comprende la scuola primaria e secondaria Rocco Campagna, l’ambulatorio Antonino Nicolosi e l’orfanotrofio Maison des Enfants San Marcello. Grazie alle nostre strutture, abbiamo formato più di 15.000 bambini e fornito cure mediche a oltre 39.600 persone. Oltre a garantire istruzione e assistenza sanitaria, ci dedichiamo con determinazione a ridurre l’impatto della guerra, concentrandoci sulla tutela della salute e del benessere dei più piccoli.
Scopri come Magic Amor trasforma il proprio impegno in azioni concrete e come puoi contribuire alla nostra missione a favore della RDC visitando il nostro sito www.magicamor.org. Unisciti alla nostra grande famiglia per costruire un futuro migliore per chi ne ha più bisogno.
Antonino Enrico Repaci
Risorse:
Delegation of the European Union to Rwanda. (2023, May 23). The European Union and Rwanda. EEAS.
European Commission. (2024). Africa-EU Partnership. International Partnerships. https://international-partnerships.ec.europa.eu/policies/africa-eu-partnership_en
European Commission. (2023). Rwanda and the European Union Strengthen Partnership. Rwanda and the European Union strengthen partnership.
Bleischwitz, R., Dittrich, M., & Pierdicca, C. (2012, March 12). Coltan from Central Africa, international trade and implications for any certification.
European Commission. (2024b). EU and Rwanda sign A memorandum of understanding on sustainable raw materials value chains.
African Union. (2010). Africa Mining Vision (AMV). Africa Mining Vision (AMV) | African Union. https://au.int/en/documents/20100212/africa-mining-vision-amv
United Nations. (2009). Reports | security council.
United Nations. (2008). DR congo: Un-mandated group finds evidence Rwanda, Army aiding rival rebels | UN news. https://news.un.org/en/story/2008/12/285222
van Teeffelen, Jasper (2012). The EU Raw Materials Policy and Mining in Rwanda: Policy Coherence for Development in Practice. Evert Vermeer Foundation. Accessed via foundationmaxvanderstoel.nl.
Federal Ministry Republic of Austria. (2024). Rwanda Minerals Production. Rwanda Minerals Production, 2009 – 2024 | CEIC Data.
Parlamento Europeo. (2025). Testi approvati – escalation di violenza nella parte orientale della Repubblica Democratica del congo – giovedì 13 febbraio 2025. europarl.europa.eu. https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-10-2025-0020_IT.html
Gwyn Jones, M. (2025). EU to review raw materials deal with Rwanda over DRC conflict – kallas. euronews. https://www.euronews.com/my-europe/2025/02/24/eu-to-review-raw-materials-deal-with-rwanda-over-drc-conflict-top-diplomat
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De La Feld, S. (2025, February 14). European Parliament calls for suspension of minerals agreement with Rwanda amid DRC tensions. Eunews. https://www.eunews.it/en/2025/02/14/european-parliament-calls-for-suspension-of-minerals-agreement-with-rwanda-over-drc-tensions/