Gioventù africana e rappresentazione della violenza: gli effetti ambivalenti dei prodotti cinematografici

da | Apr 13, 2024 | Attualità

1.    Introduzione

Il cinema, da sempre, rappresenta un linguaggio incisivo che, attraverso la potenza comunicativa dell’immagine, riesce a permeare il quotidiano dello spettatore, influenzandone la percezione di fenomeni politico-sociali. Non solo intrattenimento, dunque, ma anche strumento educativo, capace di catturare la realtà del circostante e, talvolta, dissimularla.

Nel continente africano, il cinema ha contribuito a una tentata rivisitazione dell’epistemologia eurocentrica, da collocare nel periodo postcoloniale. L’ambizioso tentativo consiste nel capovolgimento del paradigma di rappresentazione del continente africano: si sente la necessità di dare finalmente spazio a connotati culturali di popoli, storie e territori africani, per secoli soffocati dall’oppressione del dominio coloniale. Tuttavia, la percezione del valore artistico dei film africani è intrinsecamente influenzata e inficiata dal privilegio occidentale, rendendo ardua l’impresa di ribaltare questo paradigma e ricostruire una memoria collettiva africana, data la persistenza delle strutture di potere stabilite. Infatti, nel mondo del cinema, così come in molte altre forme artistiche, assistiamo a una centralizzazione dell’esperienza occidentale e a una marginalizzazione di quella africana, che fa sì che le narrazioni provenienti dall’Africa spesso non ricevano la visibilità e il riconoscimento che meritano. Ciò porta a una disuguaglianza sistemica nelle rappresentazioni culturali che appaiono sul grande schermo. Infatti, “il campo artistico, e in particolare quello cinematografico, non si è mai reso autonomo dal campo del potere”[1]. Come spiegano gli autori Mbaye Diouf e Edoardo Cagnan in un articolo dedicato a Ousmane Sembène, famoso regista, scrittore e attivista senegalese considerato uno dei padri del cinema africano, il finanziamento di un film è fortemente condizionato, se non direttamente determinato, dall’interferenza degli attori politici. E nel contesto postcoloniale africano, sostengono, tale rapporto si estende generalmente a tutto il campo artistico.

Il cinema può essere un potente canale di espressione e comunicazione: un possibile strumento di liberazione e autodeterminazione, capace di decolonizzare lo sguardo attraverso l’illustrazione di storie e prospettive spesso trascurate. Tuttavia, esso può anche essere utilizzato a fini propagandistici o per veicolare rappresentazioni violente e stereotipate. Si configura quindi come uno strumento ambivalente, ed è pertanto essenziale adottare misure protettive per salvaguardare i minori dall’esposizione a programmi e contenuti potenzialmente pericolosi.

2.    Lo youth bulge e l’insorgenza di fenomeni violenti: il possibile impatto negativo del cinema

Figura 2- by Formiche.net

Nel continente africano, il 40% della popolazione ha meno di 15 anni e quasi il 70% ha meno di 30 anni[2]. In particolare, numerosi paesi dell’Africa subsahariana registrano la più elevata proporzione di giovani al mondo. I possibili scenari che questa caratteristica demografica configura sono antipodici: nel caso in cui i governi abbiano la capacità politica di ascoltare e soddisfare le esigenze dei giovani, l’impatto sociale di tale proporzione può essere giudicato positivamente; d’altro canto, nel caso in cui gli apparati governativi non siano accondiscendenti nei confronti delle necessità giovanili, tale atteggiamento può comportare delle problematiche sociali di non poco conto in quelle fasce di età. Molti ricercatori affermano che la presenza di una quota sproporzionalmente alta di giovani rispetto alla popolazione totale di uno Stato può essere considerato un fattore di rischio di insorgenza di conflitti, violenze o terrorismo. Henrik Urdal, direttore del Peach Research Institute di Oslo, sostiene che in territori dove la percentuale di persone tra i 15 e i 24 anni supera il 35%, la probabilità di conflitti armati è del 150% più alta rispetto a quelli che hanno una struttura demografica più simile a quella dei paesi più economicamente sviluppati[3]. In effetti, dopo la Guerra Fredda, alcuni stati africani e mediorientali hanno sperimentato lo sviluppo di conflitti e crisi umanitarie di portata straordinaria. Emerge quindi una correlazione significativa tra una consistente presenza di giovani nella popolazione e l’insorgere di violenze o turbolenze sociali e politiche.

Il cinema può esasperare, o al contrario, mediare, i fenomeni violenti precedentemente citati. La fruizione da parte dei giovani di prodotti cinematografici violenti potrebbe acuire questa tendenza: secondo alcune ricerche, i bambini esposti alla violenza dei media tendono a essere maggiormente aggressivi[4]. Il cinema potrebbe dunque avere un impatto negativo sulle nuove generazioni dei giovani africani, che spesso hanno un accesso illimitato a contenuti cinematografici inappropriati a causa della mancata rigorosa applicazione delle restrizioni di età o della carenza nella supervisione da parte degli adulti.

Bisogna inoltre considerare il difficile contesto sociale di molti paesi dell’Africa subsahariana, in cui, a bassi livelli di alfabetizzazione, si sovrappongono problemi legati alla mancanza di un uso consapevole dei nuovi strumenti digitali, veicoli fondamentali dei contenuti cinematografici. Se si hanno delle difficoltà anche in contesti in cui l’accesso all’istruzione si configura come un diritto fondamentale garantito a tutti, in questi paesi può diventare ancora più difficile diffondere un’educazione al digitale capace di conferire strumenti essenziali di decodifica dell’immagine violenta, e, conseguentemente, in grado di tutelare la crescita del minore. In tali condizioni, si potrebbe innestare un meccanismo di spettacolarizzazione ed estetizzazione della violenza, portando il bambino a riprodurre, nella realtà e nelle relazioni sociali, gli atteggiamenti violenti rappresentati nei film.

3. Non necessariamente violenza: una possibilità di riscatto attraverso lo schermo

Figura 3 – by Grace Mansita – Magic Amor

È tuttavia necessario considerare che tale questione rimane oggetto di controversia all’interno della comunità scientifica. Johanatan L. Freedman, docente di psicologia presso l’Università di Toronto, nel suo saggio intitolato “Media Violence and its Effect on Aggression: Assessing the Scientific Evidence”, mette in discussione l’idea di una connessione causale tra la violenza nei media e la violenza reale[5]. Dopo aver condotto una revisione esaustiva di numerosi studi scientifici riguardanti l’impatto dell’esposizione alla violenza nei film e in televisione, egli sostiene che i risultati di tali studi non confermano l’ipotesi che questa esposizione causi aggressività nei bambini. Altre ricerche indicano che la violenza nei film non è correlata alla violenza nella società[6].

Il dibattito sulla violenza cinematografica rimane dunque molto complesso: se da una parte c’è una convinzione diffusa che la rappresentazione della violenza nei film possa contribuire a normalizzare comportamenti aggressivi e aumentare il rischio di violenza nella vita reale, dall’altra, c’è chi contrariamente crede che essa possa avere effetti positivi sugli spettatori.

Pertanto, sebbene sia importante riconoscere i potenziali rischi associati alla fruizione di contenuti cinematografici violenti da parte dei giovani, è fondamentale non trascurare il potenziale positivo del cinema come strumento educativo e formativo che potrebbe contribuire allo sviluppo di una maggiore consapevolezza e avversione verso la violenza. Una corretta guida e supervisione da parte degli adulti, unite a una selezione attenta dei film, possono contribuire a massimizzare i benefici del cinema come risorsa educativa e mezzo di apprendimento.

Da vent’anni Magic Amor promuove progetti educativi per i bambini di Kimbuta. Per questo motivo, nonostante riconosciamo i possibili effetti negativi della diffusione su larga scala di un certo tipo di cinema, crediamo che un processo di emancipazione della popolazione congolese debba passare anche attraverso l’arte in qualsiasi sua forma. Il cinema rappresenta un medium ideale: l’immediatezza dell’immagine è capace di diffondere in poco tempo qualsiasi tipo di messaggio in platee estremamente ampie e diversificate. L’individuazione, quindi, di un messaggio positivo per la crescita, l’educazione e la sensibilizzazione del bambino, costituisce un possibile metodo per stimolare e valorizzare l’immenso patrimonio culturale africano, coinvolgendo direttamente registi di tutto il continente impegnati in tale missione.

Per questo motivo, proponiamo delle alternative per poter incidere in un’eventuale inversione di tendenza, ponendoci sempre l’obiettivo di apportare un contributo positivo — in chiave postcoloniale — alla valorizzazione dei contenuti artistici africani. Riteniamo che solo guardando al futuro e alle nuove generazioni si possa produrre un cambiamento sociale.

4.    L’impegno di Magic Amor

Figura 4 – by Grace Mansita – Magic Amor

Magic Amor si impegna per stimolare i nuovi talenti creativi dei minori della Maison des enfants San Marcello: molti di loro, infatti, aspirano a intraprendere una carriera attoriale. Vogliamo fornire loro un’opportunità unica per coltivare la loro creatività e nutrire le loro passioni artistiche. Con un’attenzione particolare alla qualità dei contenuti, ci impegniamo ad offrire loro un’esperienza cinematografica che possa ispirarli e supportarli nel loro percorso di crescita.

Di seguito proponiamo una programmazione di contenuti per i bambini di fascia d’età 5-13 anni, volta a configurare gli obiettivi soprariportati. Questa programmazione è stata pensata per offrire ai nostri bambini modelli positivi che li incoraggino ad esplorare il loro potenziale.

  • Aya di Yopougon– una serie di cartoni animati che narrano la storia di Aya, giovana ragazze di un sobborgo di Abidjan il cui sogno è diventare medico.
  • Akissi– cartone animato che racconta le avventure della piccola Akissi ad Abidjan.
  • Ubongo Kids– cartone animato tanzaniano che offre contenuti educativi in varie discipline, quali matematica, biologia, fisica e salute.
  • Garbage Boy and Trash Can– cartone animato che illustra le sfide di Garbage Boy, ragazzo convito di possedere superpoteri che lotta per la giustizia insieme al suo compagno, Trash Can.

Scopri di più sull’impegno di Magic Amor per i bambini congolesi.

Federica Candeliere

 

[1] Cagnan, E. & Diouf, M. (2020) Ousmane Sembène, un paradoxe postcolonial du cinéma africain. Présence francophone. (95), 139–151. Available at: https://crossworks.holycross.edu/pf/vol95/iss1/10 

[2] Lin Yifu J. (2012) Youth Bulge: A Demographic Dividend or a Demographic Bomb in Developing Countries? World Bank Research Observer.

[3] Urdal, H. (2006). A Clash of Generations? Youth Bulges and Political Violence. International Studies Quarterly, 50(3), 607–629. http://www.jstor.org/stable/4092795  

[4] Gentile, D. A. et al. (2011) Media violence, physical aggression, and relational aggression in school age children: a short‐term longitudinal study. Aggressive behavior. [Online] 37 (2), 193–206.

[5] Freedman, J.L., Coherent Digital (Firm) & Canadian Electronic Library (Firm) 2002;2017;2015;, Media violence and its effect on aggression: assessing the scientific evidence, 1st edn, University of Toronto Press, Toronto.

[6] Ferguson, C.J. & Markey, P. 2019, “PG-13 Rated Movie Violence and Societal Violence: is there a Link?”, Psychiatric quarterly, vol. 90, no. 2, pp. 395-403.

 

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