Crisi umanitaria in Congo: Origini e Sfide Emergenti

da | Apr 24, 2024 | Attualità

1.    Introduzione

Il conflitto nell’est della Repubblica Democratica del Congo emerge quale complessa e multifattoriale crisi umanitaria, la cui estensione e gravità compromettono la stabilità regionale e causano danni incommensurabili alla popolazione congolese, pregiudicandone l’integrità e il benessere. Da decenni l’est della RDC è teatro di scontri tra gruppi bellici, milizie locali e forze governative: la sfida per l’accesso alle risorse naturali ha generato una spirale di violenza e instabilità, aggravando ulteriormente le tensioni etniche e intercomunitarie già esistenti. La presenza di minerali pregiati, quali oro, coltan e diamanti, ha fatto della regione una preda ambita per interessi economici e politici: la competizione per tali risorse minerarie, con le loro promesse di ingenti guadagni economici e potere politico, ha trasformato il conflitto in una lotta senza fine per il controllo territoriale, alimentando la proliferazione di gruppi armati e impedendo qualsiasi tentativo di risoluzione pacifica.

Le conseguenze del conflitto infliggono un pesante tributo sulla popolazione congolese, compromettendone il diritto alla dignità e alla sicurezza. Milioni di persone sono esposte a violazioni dei diritti umani, e l’escalation delle ostilità nel mese di febbraio ha ulteriormente peggiorato la situazione umanitaria. Nel rapporto del Segretario generale sulla Missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, pubblicato il 21 marzo 2024, si riporta che a fine febbraio il numero di sfollati nelle province dell’Ituri, del Nord-Kivu e del Sud-Kivu ha raggiunto i 6 milioni di persone, su un totale di 7 milioni di sfollati in tutto il paese, posizionando la RDC “tra i paesi con il più alto numero di sfollati al mondo[1].

Al fine di elaborare strategie idonee per la gestione della crisi attuale, è fondamentale provare a comprendere le cause del conflitto. Senza una chiara delineazione delle sue radici e dei molteplici fattori scatenanti, ogni sforzo risolutivo rischia di risultare inefficace. Capire e affrontare le sfide del presente richiede un’analisi approfondita del contesto storico e sociopolitico che ha dato vita al conflitto.

 

2. Le origini del movimento M23

Figura 2- Wikimedia Commons

Il conflitto attuale tra i ribelli dell’M23 e il governo della Repubblica Democratica del Congo affonda le sue radici in un intricato scenario storico e politico che abbraccia un arco temporale di oltre dieci anni. Il movimento prende il nome da un accordo di pace siglato il 23 marzo 2009, che mise formalmente fine a un conflitto precedente, protrattosi dal 2006 al 2009. La milizia M23 è emersa come risposta alle percepite mancanze del governo nel rispettare gli impegni presi in quest’accordo. La spinta principale del movimento risiede nell’affermare la propria opposizione alla presunta marginalizzazione politica e alla carenza di rappresentanza etnica della comunità tutsi nella regione.

Guidato prevalentemente da esponenti dell’etnia tutsi, il gruppo ha rapidamente consolidato il proprio controllo su vaste porzioni di territorio nella zona del Nord Kivu. Il 20 novembre 2012, i ribelli hanno occupato la città strategica di Goma per dieci giorni, scatenando la reazione della comunità internazionale. La sera stessa del 20 novembre, il Consiglio di sicurezza dell’ONU, tramite una risoluzione, ha condannato “l’M23 e tutti gli attacchi perpetrati contro la popolazione civile, i soldati della MONUSCO e il personale umanitario, così come le violazioni dei diritti umani, inclusi gli omicidi sommari, le violenze sessuali e basate sul genere e il reclutamento e l’impiego su vasta scala di bambini soldati”. Inoltre, veniva condannato il tentativo dell’M23 di istituire un’amministrazione parallela illegale e minare l’autorità dello Stato della RDC e si ribadiva che i responsabili di crimini e violazioni dei diritti umani avrebbero dovuto rispondere delle loro azioni[2].

Le milizie hanno lasciato Goma il primo dicembre 2012: “lo slancio militare dei ribelli è stato interrotto da tale ritirata[3]”. Da allora fino al 2021, il movimento ha mantenuto un profilo relativamente basso, con sporadiche azioni armate.

Tuttavia, nel 2021, l’M23 ha ripreso le ostilità, accusando il governo congolese di non aver mantenuto le sue promesse. Il governo della RDC, sin dall’inizio del conflitto, ha ripetutamente accusato i paesi vicini, e in particolare il Ruanda, di sostenere direttamente o indirettamente i ribelli, accuse che Kigali ha costantemente respinto. Per il governo congolese e per alcuni osservatori internazionali, “l’avanzata dell’M23 non rappresentava una ribellione del Kivu, bensì una tentativo del Ruanda di estendere la propria influenza nella RDC attraverso mezzi militari[4].

 

  1. L’importanza strategica della regione

Figura 3 – Monusco Photos

Ma quale potrebbe essere una delle tante ragioni che sottendono alla persistente instabilità che affligge la regione? L’Est della Repubblica Democratica del Congo riveste un’importanza strategica di notevole rilevanza, sia a livello nazionale che internazionale. La sua posizione geografica, che la colloca in prossimità dei confini con il Ruanda, la rende un crocevia cruciale per il commercio e l’assistenza umanitaria della regione dei Grandi Laghi africani. Inoltre, la ricchezza delle risorse naturali, tra cui il coltan, l’oro e lo stagno, ne fa un polo economico di significativo interesse per i paesi limitrofi e per le potenze internazionali. Allo stesso tempo, la rende un bersaglio ambito da gruppi e milizie armate. Circa il 60% delle riserve mondiali di coltan si trova infatti proprio nella Repubblica Democratica del Congo, con la maggior parte dei giacimenti situati nell’est del paese.

Il controllo della città di Goma, capoluogo della provincia del Nord-Kivu, può influenzare considerevolmente gli equilibri politici ed economici nell’intera regione, con un impatto diretto sulla stabilità e la sicurezza dei paesi circostanti.

Tuttavia, bisogna considerare che le cause del conflitto sono numerose e intricate. Alcuni ricercatori affermano che “il conflitto della RDC è un conflitto non ideologico che coinvolge attori statali e non, le cui rivendicazioni politiche celano un’agenda economica”[5].

 

  1. L’escalation della crisi umanitaria e l’impegno di Magic Amor

Figura 4 – by Grace Mansita

Nel corso del mese di febbraio, si è assistito a un’escalation di tensioni nella Repubblica democratica del Congo, la quale sta ulteriormente minando la stabilità nella regione orientale del paese, in particolare nelle province del Nord Kivu e Sud Kivu. Goma si trova sempre più imprigionata dall’assedio dei ribelli, che hanno bloccato il flusso di approvvigionamenti alimentari verso la città. Bintou Keita, Rappresentante speciale del Segretario generale per la RDC e capo della missione di stabilizzazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo (Monusco), ha segnalato che secondo l’Ufficio dell’Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), più di 7,1 milioni di persone sono sfollate e che l’insicurezza alimentare coinvolge 23,4 milioni di persone, ovvero un congolese su 4 [6]. L’aggravarsi delle ostilità tra l’M23 e le Forze armate della Repubblica democratica del Congo (FARDC) sta infatti costringendo intere famiglie ad abbandonare le proprie case per cercare rifugio in aree più sicure. Le violazioni dei diritti umani assumono proporzioni allarmanti, con casi documentati di violenze sessuali, coercizione nel reclutamento di minori come soldati e uccisioni arbitrarie.

La situazione di emergenza umanitaria in RDC richiede un impegno costante e coordinato da parte di organizzazioni come Magic Amor, che da oltre 20 anni promuove progetti di cooperazione e sviluppo per aiutare le comunità colpite dalle violenze e dall’insicurezza alimentare. Magic Amor si distingue per il suo impegno nel fornire assistenza e protezione alla popolazione congolese, in particolare alle donne e ai bambini colpiti dai devastanti effetti del conflitto. Nella Maison des Enfants San Marcello accogliamo numerosi bambini orfani, offrendo loro cure e prospettive per un futuro migliore. Ci dedichiamo con determinazione a mitigare l’impatto disastroso della guerra, ponendo particolare attenzione alla salute e al benessere dei più piccoli. Inoltre, forniamo sostegno a coloro che si trovano costretti ad abbandonare le proprie abitazioni: le persone sfollate si trovano spesso in situazioni di estrema vulnerabilità, esposte a rischi di sfruttamento, abusi e privazioni.

La missione di Magic Amor è quella di offrire a queste persone una nuova opportunità di vita, affinché possano riconquistare la gioia e la dignità che la guerra ha loro sottratto. Portiamo avanti tale missione nel nostro centro polivalente situato a Kimbuta, quartiere nella periferia di Kinshasa, composto dalla scuola primaria e secondaria Rocco Campagna, dall’ambulatorio Antonino Nicolosi e dall’orfanotrofio Maison des Enfants San Marcello. Abbiamo formato più di 15.000 bambini nelle nostre strutture scolastiche e curato più di 39.600 persone. Magic Amor dimostra, giorno dopo giorno, che è possibile fare la differenza.

Scopri di più sull’impegno di Magic Amor per la popolazione congolese e su come diventare parte della nostra famiglia. Unisciti a noi nella nostra missione per portare sollievo e speranza alle persone colpite dalla crisi umanitaria in corso. Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza.

Federica Candeliere

 

*Figura 1-Monusco Photos

[1] CSNU. 21 mars 2024. S/2024/251. Rapport du Secrétaire général sur la Mission de l’Organisation des Nations Unies pour la stabilisation en République démocratique du Congo.

[2] CSNU. 2012. 20 novembre 2012. S/RES/2076.

[3] Johnson, D. (2013) La dynamique des groupes armés dans l’Est du Congo et le cas du M23. Conjonctures congolaises 2013, 79.

[4] Ivi., 85.

[5] Mukinayi, D.K. & Mişcoiu, S. (2020) RÉTROACTES DU CONFLIT CONGOLAIS (RDC) ET REGARD SUR SES CAUSES. Studia Universitatis Babes-Bolyai.Studia Europaea, vol. 65, no. 2, pp. 105-131.

[6] CSNU. 27 mars 2024. CS/15646. 9590E Séance- Matin.

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