A noi italiani, la prima immagine che spesso viene in mente pensando agli operatori umanitari è quella dei medici che operano nei contesti di guerra: medici giramondo che salvano centinaia vite in situazioni critiche, catastrofiche e difficili da metabolizzare. Tuttavia, la parola “umanitario” assume diverse declinazioni a seconda della diversa prospettiva geografica, sociale e politica che si adotta. Questo articolo si focalizza sulla Repubblica Democratica del Congo (RDC) e sull’importanza degli operatori umanitari nel contribuire alla pace e alla salvaguardia delle popolazioni che abitano le regioni dilaniate dai conflitti etnici.
1. Identikit dell’operatore umanitario
Letteralmente, un operatore umanitario è una persona che cerca di migliorare le condizioni di vita delle persone. Più tecnicamente, possono essere etichettati come umanitari tutti coloro che arrivano in un paese che sta attraversando un’emergenza specifica (guerra, carestia, epidemia, etc.) o più emergenze contemporanee con lo scopo di portare sussidio e assistenza alle popolazioni colpite e spesso distrutte da questi cataclismi. Se prendiamo come esempio le Nazioni Unite, in questo caso sono gli Stati stessi che si appellano ai suoi organismi richiedendo assistenza economica, sociale e, di tanto in tanto, anche mediazione politica.
Il ruolo dell’operatore umanitario è quello di facilitare il trasporto degli aiuti specifici e necessari al benessere delle popolazioni maggiormente deficitarie, prestando soccorso ai più fragili. Esistono diverse categorie di aiuto:
- Medico
- Alimentare
- Non-alimentare
- Psicologico
- Finanziario
Generalmente, per aiuto medico si intende l’influsso di medicinali di prima necessità, ma anche l’inserimento di équipe altamente specializzate per interventi chirurgici e operazioni di messa in salvo dei feriti di guerra. L’aiuto alimentare consiste nel garantire una razione di cibo che soddisfi gli standard minimi di calorie richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Invece, attività di ripopolazione, supporto psicologico e mentale e ricostruzione sociale fanno parte della categoria di supporto non-alimentare. Per finire, con aiuto finanziario si intende lo stanziamento di somme monetarie che contribuiscano alla rinascita edile, lavorativa ed economica delle aree colpite.
2. Gli attori umanitari in RDC
La RDC è stata al centro dell’iniziativa di diverse organizzazioni, che a livello internazionale, regionale o locale svolgono la loro missione umanitaria. Tra queste, le principali sono la Croce Rossa, la Caritas e MONUSCO.
La Croce Rossa svolge una missione di carattere medico: si occupa di proteggere le vite e la dignità delle vittime di guerra, come nei casi della seconda guerra del Congo e dell’attuale guerra del Kivu.
MONUSCO si occupa generalmente della sicurezza della popolazione congolese. Purtroppo, in questo caso, l’associazione si trova a scontrarsi con il governo che sta cercando di forzare la sua partenza dal Congo.
In ultimo, l’approccio della Caritas è prettamente “abitativo”: attraverso le sue strutture cerca di creare dei rifugi per le popolazioni che sono costrette a lasciare le loro abitazioni a causa del conflitto.
A prescindere dalla loro vision, queste associazioni incarnano i criteri necessari per essere inclusi nella categoria degli “umanitari”: neutralità, imparzialità, indipendenza. Rimanere neutrali è fondamentale data la polarizzazione caratterizzante i conflitti. È necessario non favorire nessuna delle parti in causa e le loro milizie. Inoltre, essere svincolati dal governo aiuta le associazioni a disporre di fondi diretti per le popolazioni in questione, senza dover perorare le cause proposte a livello politico e statale.
3. Le testimonianze degli esperti umanitari
A rendere più completo il quadro delle realtà umanitarie in RDC sono alcuni esperti che da anni sono impegnati nella protezione delle popolazioni del Nord e Sud Kivu.
Il Dottor Charonne Mawidiku è il Segretario generale di AMPM (Associazione dei Medici per la Prevenzione delle Malattie), ente che si occupa di proteggere e prestare assistenza agli sfollati. Molti degli abitanti dei villaggi del Kivu vivono in accampamenti poco sicuri e sovra-popolati. Per questa ragione è facile che diverse malattie come il tifo, il colera e altre malattie tropicali si diffondano tra le persone.
AMPM fornisce assistenza medica e non-medica. Nel primo caso, si occupa di monitorare i parametri vitali degli abitanti degli accampamenti e di fornire loro alimenti per potersi sfamare in modo sano e nutriente. Infatti, anche la malnutrizione è diffusa. Nel secondo caso, promuove principalmente attività di distribuzione di indumenti, dato che il potere di acquisto delle persone è nullo.
A fare eco al Dottor Mawidiku è il suo collega, il Dottor Yannick Mvuala, Segretario della Comunicazione di AMPM: “ci occupiamo principalmente di proteggere e assistere le vittime di questa guerra. Il nostro potenziale partenariato con Magic Amor ci permetterà di sfruttare anche strutture lontane dal Kivu, così da garantire maggior sicurezza soprattutto a donne, anziani e bambini”.
Infine, Madame Davine Nafisa, responsabile di Simameni Africa ha parlato della questione della sfida psicologica che le popolazioni in stato di guerra semi permanente devono affrontare: “prendersi cura di loro psicologicamente aiutandoli a processare la loro esperienza è il metodo ottimale per risocializzare e reintegrare le persone”. Nonostante questo, Madame Nadine è convinta che per prestare assistenza sia prima necessario creare le condizioni abitative adeguate.
4. Il ruolo umanitario di Magic Amor
All’interno di questo contesto sociale e politico fragile e precario si inserisce Magic Amor che, da oltre 20 anni, opera con successo in RDC, assicurandosi che la popolazione sia protetta e viva ampiamente in linea con gli standard minimi di condizioni igieniche, di educazione e di sicurezza. Nelle parole del Dottor Grace Mansita, suo volontario: “le sfere di cui Magic Amor si prende principalmente carico sono quella sociale, educativa e sanitaria”.
In questi ambiti, Magic Amor ha posto una pietra miliare per l’indipendenza e la de-burocratizzazione dei fondi. La totalità delle donazioni proviene dall’Italia; per questa ragione non si pone il problema di dover negoziare con la RDC o con altre entità governative. Diverse ONG impegnate in RDC non hanno questa fortuna e richiedono sovvenzioni direttamente alle autorità di Kinshasa, diventando vittime di un approccio tendente a favoritismi e di una burocrazia a dir poco lenta.
Al contrario, Magic Amor ha potuto costruire un ambulatorio medico (Antonino Nicolosi) con cui prestare cure alla popolazione di Kimbuta, ma non solo: una scuola primaria e secondaria (Rocco Campagna) attraverso le quali educare le future generazioni della RDC e un orfanotrofio (San Marcello) dove accogliere tutti quei bambini che hanno perso i loro genitori a causa della guerra o che siano stati abbandonati prematuramente.
In questa capacità costruttiva risiede il carattere magico e unico di Magic Amor: aver saputo contribuire con aiuti umanitari concreti e costanti al benestare della RDC, rimanendo pienamente indipendente, neutrale e imparziale, scopri come.
Nicola Ragazzi